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«Giugno 2019,Sterilizziamo gratis le divise di medici, infermieri e Forze dell’Ordine. Al fianco di chi è in trincea contro il Covid19»: la favola della “Lavanderia Dry Blue”

Emanuel Coppola racconta della Lavanderia di famiglia che, nell’Ariano Irpino dichiarata “zona rossa”, offre gratuitamente il servizio di igienizzazione delle divise di personale sanitario ed operatori di polizia: «Il costo del lavaggio, di fronte a questa emergenza, non conta nulla. Fanno turni massacranti o sono in strada H24, li aiutiamo noi». Intanto il Tricolle è spettrale: «Ci mancano i clienti, non solo economicamente. Le loro battute sono capaci di cambiare il verso di una giornata. A chi ci considera “malati” rispondiamo che gli arianesi si rialzano sempre e comunque»

Il costo del lavaggio, a fronte di questa emergenza, non conta nulla. Abbiamo messo a disposizione i nostri macchinari, la nostra professionalità ed il nostro lavoro a servizio di chi è in prima linea. Gratuitamente».

Una telefonata indotta dal tam-tam social che parte da Ariano Irpino e che si espande in tutta la provincia. C’è una lavanderia, la Dry Blue, da oltre trent’anni al servizio dei clienti del Tricolle, che, come si legge da Facebook, «offre, a titolo gratuito, dal 18 al 31 marzo il lavaggio e l’igienizzazione di abbigliamento da lavoro a tutti coloro che prestano servizio all’Ospedale “Sant’Ottone Frangipane” e agli appartenenti alle Forze dell’Ordine che, sulla scorta dell’Ordinanza Regionale numero 17, “blindano” il territorio comunale.

A spiegarci l’iniziativa è Emanuel Coppola, 21 anni, figlio della proprietaria dell’esercizio, Tiziana Pierro, che, così come il resto della famiglia, porta avanti l’attività.

«Forniamo da sempre servizio agli enti socio-assistenziali perché siamo in possesso di macchinari, tra lavatrici ed essiccatoi, capaci di igienizzare i capi e di auto-igienizzarsi. Possiamo, quindi, sterilizzare i capi medici di ogni tipo. I turni dell’Ospedale Frangipane, in questi giorni, sono massacranti – ci spiega – medici ed operatori non hanno quasi mai tempo libero. Vogliamo, quindi, offrir loro un servizio decisivo, alla luce dell’aggressività del Covid19».

Lo stesso vale per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine: «Sono in strada per intere giornate – racconta Emanuel – a controllare il territorio alla luce dell’Ordinanza Regionale che fa di Ariano Irpino una “zona rossa”. Non è facile neanche per loro affrontare questa situazione e combattere contro un nemico invisibile. Le nostre porte sono aperte anche a loro. Dobbiamo aiutare chi è esposto in prima linea».

Da giovane esercente, Emanuel, ci aiuta anche a capire come la città di Ariano Irpino ed il suo tessuto di piccoli imprenditori stia affrontando queste giornate tremende il cui tempo è scandito dalla conta dei contagiati e, purtroppo, morti: «La situazione è chiaramente stressante. Sia da un punto di vista economico che morale. Ariano Irpino – afferma – è una città molto viva, svegliarsi e trovare le strade vuote è pesante. Così come è pesante non avere più clienti e non solo per una questione economica. Mancano i sorrisi, mancano le solite chiacchiere. La battuta di un cliente, spesso, è in grado di cambiare la giornata».

E, da arianese, Emanuel è ferito da quanto accaduto in questi ultimi giorni. Dai titoli di giornale, dalle parole che accompagnano il calvario vissuto dalla sua città: «E’ brutto essere sulle prime pagine dei giornali, la nostra comunità rischia di essere bollata come “malata”. Ma vorrei assicurare a tutti che il popolo arianese è capace di rialzarsi. È accaduto con il Terremoto del 1980 che noi giovani abbiamo conosciuto solo dai racconti dei nostri nonni e dei nostri genitori. Accadrà anche con il Coronavirus. Siatene certi».

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